13 dicembre 2013

...E DA BERE? STO A POSTO COSI'

LONDRA - Giorni fa sono andato con mia cugina Marina Azzaro a mangiare un panino.

Ma quando il ragazzo alla cassa le ha chiesto cosa volesse da bere, lei gli ha detto
E coc [a cock]
invece di
E couc [a coke]

Cioe' quando quello le ha chiesto:
- Cosa vuoi da bere?

Invece di dirgli:
- Una Coca Cola.

Lei gli ha risposto:
- Un cazzo.

P.S.: Mari', cosi' impairi a non leggere il mio blog!

03 luglio 2013

PERCHE' NON ANDARE AL MUSEO DEI MOSTRI

Londra - Dopo aver incontrato un amico in un bar mi rendo conto che e' da molto tempo che non faccio una passeggiata in centro, cosi' faccio un giro per Piccadilly e arrivo a quello che chiamo il Museo dei Mostri: un piccolo museo che contiene statue estremamente realistiche di animali e persone strani o deformi vissuti a un certo punto in Inghilterra, e visto che ha un piccolo spazio all'ingresso in cui a rotazione fanno vedere alcune statue per attirare i turisti, a forza di passare a dare un'occhiata, negli anni credo di essermi visto tutto il museo.
E' molto interessante, perche' oltre alla cura dei particolari, le statue si muovono e parlano o cantano.

All'ingresso c'e' la foto dell'Uomo Peloso, alias Uomo Cane, alias Uomo Lupo: un ragazzo che nell'800 ha sofferto di una sindrome che lo copriva di peli.

Entrando c'e' il robot di una mucca con una zampa sulla schiena a grandezza naturale, che muove la testa e la coda a destra e sinistra muggendo, e vicino a lei un vitellino con due teste. Pur essendo molto vicino, e' difficile pensare che siano solo pezzi meccanici e non esseri vivi.

Dopo c'e' un Transformer, seguito dall'orchestrina dei fantastici 4, composta da una donna col collo lunghissimo, che suona gli anelli della collana di ottone che le reggono la testa, un uomo enorme che suona il violoncello (per lui poco piu' grande di un violino), un uomo piccolissimo suona la gabbia per uccellini in cui e' chiuso e soffia a tempo in una tuba che esce dalla gabbia e un uomo con la terza gamba che suona il banjo. Si', tra le due normali ha una terza gamba. Sul serio. Davvero, e' una gamba, non capisco quel sorrisino.
I quattro sembrano suonare davvero la musica che ascoltiamo, e se non fosse perche' la routine si ripete ogni pochi secondi, i loro movimenti in apparenza casuali sembrerebbero fatti da persone vere.

Uscendo, ad accogliere i turisti trovo sorridente l'Uomo Piu' Alto Del Mondo, a cui arrivo poco al di sopra dell'ombelico, e di fronte a me, in mezzo al marciapiede, con uno sguardo assorto sull'insegna del museo, l'Uomo Senza Collo, a cui dalla base della testa spunta un attaccapanni per cappotti al posto delle spalle.
Ne ammiro la realistica bruttezza dei particolari, come la pelle arrossata sulle clavicole e sotto il mento e la camicia che non si puo' abbottonare fino in cima, impedendogli a vita di portare una cravatta.
Poi comincia la sua routine, girando meccanicamente il busto e la testa verso di me e dandomi quasi l'impressione di guardarmi, e dice:
- Ma vaffanculo!
E se ne va.

02 giugno 2013

LA VERITA' SUL PROCESSO DI RECRUTAMENTO


Negli anni ho dovuto studiare libri e articoli su come fare un curriculum, come scrivere una lettera di presentazione e come rispondere alle domande durante un colloquio di lavoro.
Ora che ho una certa cultura so che per la maggior parte sono fesserie scritte per guadagnare dalla mia disperata ricerca di un nuovo lavoro pagato e che vanno in contraddizione tra un libro e un altro, o nella migliore delle ipotesi fesserie idealiste.

Quello che mi interessa sono le esperienze personali (quelle vere, non le fantomatiche storie dei libri), e quella che vi scrivo ora mi ha scioccato.

Qualche volta lavoro con un'agenzia di eventi. E' un modo stimolante per guadagnare un extra, perche' ogni esperienza e' un'avventura. Ogni giorno arrivo senza sapere cosa dovro' fare, dovro' dimostrare leadership con persone che non ho mai visto e controllo della situazione davanti ai clienti in un lavoro che non ho mai fatto.

Questo week end sono in un albergo. Domenica, alla fine del turno sono a mangiare nella sala relax col resto dello staff.
A un altro tavolo la Manager si lamenta con due colleghe di quanto e' stanca, e le altre le danno ragione qualunque cosa dica: ieri c'e' stato il recruiting day, cioe' la giornata dei colloqui di lavoro, e si sono presentati in 400 per 8 posti.
- Abbiamo iniziato chiedendo di portare un oggetto per loro importante e di parlarne per non piu' di due minuti, cosi' ne puoi subito falciare la meta'. Quelli che portano una biro sono fuori, perche' vuol dire che non ci hanno pensato abbastanza e non sono creativi, quelli che parlano dei figli sono fuori, perche' nessuno ha voglia di sentirli. Quelli che parlano del telefonino sono fuori perche' vuol dire che passeranno le ore lavorative a messaggiare invece di lavorare.

Per me il telefonino e' importante perche' mi permette di parlare gratis con la mia famiglia in Italia, ma al lavoro lo spengo. Che logica e'?

- ...Cosi' ne hai subito solo piu' la meta'. Per la prova successiva li abbiamo divisi in squadre e dovevano costruire un castello di carta. La squadra che lo costruiva piu' alto vinceva.

Costruire un castello di carta e' proprio l'immagine giusta.
- ...Intanto passavamo tra i tavoli per vedere chi era un leader naturale e chi invece aspettava solo gli ordini.

Cercano un leader per una posizione per cui bisogna prendere gli ordini.
- Si' - dice una collega - Ho sentito che da un'altra parte davano un marshmallow e uno spaghetto e dovevano trovare il modo di infilare lo spaghetto senza romperlo.
- Posso chiederti per che posizioni facevate i colloqui? - chiedo io dal mio tavolo.
- Camerieri - dice lei, poi dilungandosi a spiegarmi che lavorando per un'agenzia non potrei presentarmi per i colloqui nei posti in cui ho lavorato, perche' se dovessero assumermi dovrebbero dare all'agenzia 2.000 sterline per riscattarmi. E questo non succedera' mai.

Alla faccia di lavora sodo e sii umile che la tua occasione arrivera'.

- Mi sembra un modo davvero stupido di selezionare le persone - le dico io.
Le altre due colleghe spalancano gli occhi, la manager accusa il colpo e continua:
- E' un processo studiato per selezionare il miglior candidato. Poi capirai. Cosi' col castello di carte ne falciamo un'altra meta' subito. La prova successiva e' scrivere su un foglietto due verita' e una bugia, poi leggere le tre frasi al vicino, il quale deve indovinare quali sono le verita' e quale la bugia.
- Mi rendo conto che per voi recrutatori e' molto divertente, ma a che punto esattamente arrivano lo studio, l'esperienza lavorativa e l'attitudine personale? - chiedo io.
- Aspetta, adesso ci arrivo.
- Mi sembra solo che seguendo questo modo di pensare, se io e te competessimo per lo stesso posto,  solo perche' io sono risultato piu' simpatico potrei prendere il lavoro e tu potresti essere scartata, anche se tu hai anni di esperienza qui e io sono al mio secondo giorno.

Le altre di nuovo spalancano gli occhi e mi guardano.
- ...Se te lo meriti... perche' no...? - pausa di riflessione - Qui guardiamo il loro linguaggio del corpo, come mentono, che tipo di bugia dicono e se riescono a individuare la bugia dell'altro, e ne falciamo un'altra buona meta'. Nella fase successiva ognuno di noi chiede qualcosa ai candidati: uno chiede dei loro hobbies, io ero quella che chiedeva delle loro esperienze passate. A questo punto ne sono rimasti pochi. Ne selezioniamo 16 e li invitiamo a un giorno di lavoro in cui vediamo come si comportano e come si relazionano con gli altri, perche' il primo giorno uno dovrebbe dare il 100% per fare buona impressione, capito? E alla meta' di loro offriamo un lavoro - mi guarda - E QUESTO E' IL MODO IN CUI SAPPIAMO DI AVER SELEZIONATO IL MIGLIORE!!

Io la guardo a mia volta, sbalordito:
- Ti rendi conto che probabilmente hai fatto fuori i migliori quando hanno scelto il loro oggetto preferito?

Le altre due scoppiano in una risata.

25 maggio 2013

CANNES, TANTA VOGLIA DI FARE E ANCORA PIU' SFIGA

CANNES, ore 14.20 - Sto camminando sulla Croisette. Superata un'edicola vedo un'orchestrina charleston di 3 persone che si sta preparando a suonare. Sono artisti di strada, vestiti come negli anni 20.
Uno è alla batteria, uno ha una chitarrina, la donna, dietro un microfono d'epoca, ha un caschetto nero e un vestito a frange rosso che le lascia moderatamente scoperte le gambe, e suonerà l'ukulele come Marilyn Monroe in A Qualcuno Piace Caldo.
Davanti a loro, sul prato, la custodia della chitarrina contiene copie fatte in casa del loro CD e un po' di spiccioli per far capire al pubblico che sarebbe bello non suonare solo per la gloria.

Insieme sono così belli che si è già formato un certo pubblico, mentre la donna, sorridente, finge di mettere a posto le ultime cose per prendere coraggio.
Cominciano a suonare, e dopo un paio di giri lei tira fuori una voce così perfetta che dalla trentina di persone (compreso il vostro affezionatissimo) esce naturalmente un boato di stupore.

Non più di 5 secondi dopo, da 20 metri di distanza, arriva una sfarfallata di chitarra elettrica da una cassa di un milione di watt: dallo studio televisivo all'aperto in collegamento con tutta la Francia hanno deciso proprio in quel momento di accordare degli strumenti, probabilmente per un concerto che ci sarà la sera.

Dopo aver cercato inutilmente di andare avanti, sempre sorridendo la cantante smette di cantare e fa segno al suo piccolo pubblico di casuali ammiratori che aspetta che passi il rumore per continuare.
Ma poco dopo il suo sguardo si cristallizza quando capisce, e noi con lei, che non stanno accordando degli strumenti: quella è la prima canzone di un concerto.
Proprio a 20 metri da loro. Alle 2 e mezza di pomeriggio.

Morale: nella vita devi avere talento, passione e tenacia, ma senza un po' di culo non vai da nessuna parte.

21 maggio 2013

NOUVELLE CUISINE E PERCHE' SONO MEGLIO LE LASAGNE

CANNES - Sono con un amico e un suo amico, il tipo di situazione in cui è difficile dire di no quando ti propongono qualcosa come andare a mangiare in uno dei ristoranti spella turisti sulla Croisette, ma con l'inganno (cioè dicendomi che offre lui quando poi al momento opportuno farà finta di niente) il mio amico mi convince a entrare.

Si tratta di un pranzo leggero, cioè un pasto in cui non mi daranno quasi nulla da mangiare, ma alla fine mi troverò più leggero di 47 euro.

Non voglio passare per quello che si lamenta dei piatti francesi: i piatti sono molto belli, anche se non capisco il senso di un piatto così grande, quando quello che si mangia è minuscolo. Se almeno mi dessero un piatto minuscolo potrei dire che era pieno, invece di fare la caccia al tesoro.

Quindi arriviamo al dolce: io ordino una torta al cioccolato, il mio amico a sinistra un creme caramel e il suo amico a destra una panna cotta.
I piatti sono così grandi che il cameriere deve fare due viaggi, per poi mettermi davanti il più piccolo muffin che io abbia mai visto al centro, a ore 12 uno spruzzo di panna montata, a ore 6 uno spicchio d'arancia (PERSINO QUELLO PICCOLO!!), a ore 8 una fetta sottilissima di fragola e a ore 9 un rametto di ribes, che non so se sia da mangiare o decorativo, ma nel dubbio, e per sfregio, lo mangerò.
Quindi guardo la mia fetta sottilissima di fragola, butto l'occhio nel piatto degli altri e mi rendo conto che tutti e tre insieme arriviamo al massimo a 3/5 di fragola, con la coppia vicino a noi che probabilmente al momento del dessert avrà il resto.

Ovviamente, non sono di buon umore.

Quando finiamo il cameriere arriva e fa:
- C'è altro?
E io gli dico:
- Se ci può incartare il resto della fragola per il cane...

19 maggio 2013

NON MI DEVO IN@AZZARE...

PRIMO GIORNO A CANNES - Prendermela con il padiglione italiano per l'inefficenza delle persone che vengono scelte per lavorarci, la loro ignoranza, mancanza di preparazione, l'apatia e l'incredibile spreco di denaro pubblico e' diventata praticamente una tradizione per me da quando partecipo al Festival.
Ma dopo anni di terapia, mia sorella mi ha convinto che non mi devo in@azzare, perché non cambierò io le cose, e tanto vale rimanere quel simpatico ragazzone con la battuta pronta che almeno due volte all'anno mi capita di essere.

D'altra parte, è vero che il padiglione inglese offre seminari su come finanziare un film indipendente, come promuoverlo, come attrarre investitori, conferenze in cui il pubblico può fare le proprie domande a produttori, registi e attori famosi, meeting individuali con esperti che possono indirizzarti e seguirti in qualunque momento della produzione, ma il padiglione italiano ti offre il caffè.

Quindi entro col mio più bel sorriso, davanti a me c'è uno straniero e sul tavolo della reception c'è del materiale promozionale di cui intravedo due pile di cartoline, su una delle quali c'è Fellini.

Lo straniero prende una delle cartoline dell'altra pila e con un inglese dall'accento che non colgo chiede al responsabile:
- ...Questa è Anna Magnani?
Lui guarda la cartolina e in un inglese stentato gli risponde:
- Mah, non saprei...

Non mi devo in@azzare. NON MI DEVO IN@AZZARE!!!

05 maggio 2013

MI PIACEREBBE APRIRE UN LOCALE

La prima idea era di chiamarlo The Inspirer, L'Ispiratore, dove la gente sarebbe potuta entrare e parlare con uno sconosciuto delle proprie idee, un posto amichevole in cui avere meeting informali e che ospitasse eventi creativi ed esibizioni, la possibilita' di mettere in contatto persone con interessi in comune e permettere loro di esibirsi davanti a un pubblico. Ma subito dopo ho capito che non avrebbe funzionato.

Il locale successivo l'ho chiamato Affanculo.


Prenderei uno spazio pubblicitario su una radio locale, e la pubblicita' sarebbe piu' o meno cosi':
"Cerchi un posto amichevole, ma in cui ti lascino la tua privacy? Dove puoi avere una romantica serata di classe, ma anche pazzeschi addii al nubilato? Dove mangi bene e tanto e spendi quasi nulla? VAI AFFANCULO! In via di Bla Bla numero 13!".

Il materiale promozionale includerebbe buoni sconto per andare Affanculo e dei vantaggi per chi manda Affanculo amici e conoscenti. Magari una tessera punti per ogni volta che sei andato Affanculo.

Sarebbe un punto di incontro:
"Allora ci troviamo Affanculo alle 3, il primo che arriva aspetta l'altro".

E un posto sicuro per i genitori:
"Dove vai?"
"Affanculo"
"Ci vai con Marco?"
"Si'"
"Mi raccomando, non fate tardi"

Sarebbe un'ancora di salvataggio per lo studente dal Preside:
"L'insegnante di latino dice che l'hai mandata a quel Paese"
"No, l'ho proprio mandata Affanculo!"

Pensate a quelli che ogni giorno vengono mandati affanculo. Sarebbe tutta pubblicita' gratis...

11 aprile 2013

DA DOVE VENGONO LE BARZELLETTE?

Mi sono sempre chiesto se le barzellette vengano da fatti veri e poi esagerati o c'e' qualcuno che le inventa, e la mia prima settimana a Passion Distribution ho trovato la risposta.

La struttura in cui lavoro e' grandissima, provo eccitazione al pensiero di lavorare su prodotti televisivi che verranno visti in tutto il Mondo, ma allo stesso tempo tutta questa gente che cambia di continuo rende difficile instaurare un rapporto coi colleghi.
Cosi' quando il mio primo venerdi' in azienda mi parlano del Fat Friday, vivo l'occasione come la grande chance per farmi conoscere.
Durante la settimana tutti (a parte il sottoscritto) cercano di stringere la pausa pranzo al minimo: vanno a prendere velocemente qualcosa da mangiare (di solito porcherie) e consumano quello che pensano essere un pasto continuando a lavorare al computer, ma di venerdi' e' tradizione scegliere un locale e andare a mangiare coi colleghi.

Arriviamo in una paninoteca gestita da una famiglia che sostiene di essere italiana, anche se quando dico due parole in italiano e' il panico nei loro occhi, e ordino una pizza prosciutto e funghi.
Piu' tardi la cameriera (e proprietaria dell'esercizio) viene al nostro tavolo dicendomi che hanno finito i funghi.
E come il genio dell'umorismo che sono, colgo l'occasione per interpretare con grandi doti di improvvisazione una celebre barzelletta italiana, che probabilmente la signora conosce, ma non i miei colleghi inglesi, e le dico:
- Va bene, allora potete fare panna e funghi.
- No, sono i funghi che abbiamo finito.
- Ah, ho capito, allora gorgonzola e funghi.
- Ahem... mi scusi, ma abbiamo finito i funghi...
- Mh. Senta, facciamo salame piccante e funghi, va bene?
- No, e' che... I FUNGHI li abbiamo finiti.
- Va beh, ma non avete niente in questo locale. Facciamo cosi': lasciamo perdere la pizza, mi porti un bel panino e metteteci dentro quello che volete.
- Va bene, grazie - dice sorridendo e facendo per andarsene.
- Ah, e mi raccomando coi funghi!
A questo punto ha uno sguardo panico e guarda gli altri in cerca di aiuto, io mi giro verso i miei colleghi per prendermi il meritato applauso e mi accorgo di aver creato il gelo.
Una di loro, con lo stesso tono che userebbe per dirmi che ha appena messo sotto il mio cane, mi dice:
- Bartolo... ehm... Non hanno... i funghi...

Quindi, per concludere, le barzellette sono inventate da qualcuno, perche' nella vita reale non fanno ridere.

P.S.: Comunque alla fine hanno capito che era uno scherzo e sono stati al gioco, portandomi una pizza con spinaci, salame e fette di pomodoro. Non la piu' brutta che abbia mai mangiato nella mia vita, ma tra le prime 5.


09 aprile 2013

QUANDO SCAPPA NON SCAPPA

Ultimamente sto lavorando in uno dei piu' importanti distributori televisivi in Inghilterra, Passion Distribution, che fa parte di Tinopolis Group, ed e' il posto piu' grande in cui abbia mai lavorato.
Infatti, pur essendo qui da un mese, continuo ogni giorno a incontrare persone nuove.

L'atmosfera e' elettrica, si respira liberta', ma allo stesso tempo una sensazione costante di essere stretti coi tempi, quindi le pause pipi' sono solitamente a passo veloce.

C'e' un bagno per piano, con due cabine e due orinatoi.
Spiego per le donne: agli orinatoi pubblici e' cortesia tra gli uomini lasciarne uno di distanza quando si usano.
Ma qui ce ne sono solo due.

Entro in bagno, vedo che le cabine sono chiuse a chiave e vado direttamente agli orinatoi (non la mia scelta preferita).
Due secondi dopo un tizio in giacca e cravatta che non ho mai visto fa la stessa cosa, guarda le serrature delle cabine (rosse) e con passo deciso va verso gli orinatoi, accorgendosi solo all'ultimo momento che ci sono gia' io.
E non potendosi ormai tirare indietro, va all'altro orinatoio, a 30 cm da me.

Quindi siamo tutti e due in piedi, con le nostre personalita' in mano e a portata d'occhiata, concentrati, con la stessa impazienza di quando sei in ritardo per andare al lavoro e il cane che hai portato a fare la passeggiata non si decide.
Penso E falla...! e l'altro sta lottando per la stessa cosa, ma piu' passano i secondi e piu' la situazione diventa imbarazzante, perche' nessuno dei due puo' fare finta di avere finito.
Cosi', quando l'imbarazzo e' cosi' forte da rimbombare nelle orecchie, prima ancora di rendermene conto gli dico:
"Allora, prima io o prima tu?"

...E quello fu il mio primo incontro col Manager Finanziario...

25 marzo 2013

NON FARE BATTUTE RAZZISTE!

Qualche settimana fa un amico che lavora in un network televisivo qui a Londra  mi ha segnalato una posizione che si era aperta e dopo aver mandato il curriculum e fatto un colloquio mi hanno dato il lavoro: eravamo tutti e due molto eccitati all’idea di lavorare insieme e il giorno prima di iniziare mi ha invitato a vedere gli studi.
Tutto molto bello, mi ha presentato ai suoi colleghi e alla fine del tour, in modo improvvisamente serio, mi ha detto:

- OK, adesso una cosa importante. Non devi dire niente di razzista. Neanche che possa essere vagamente interpretato come tale. O sulla religione. O aspetto fisico. O genere. O orientamento sessuale. O qualsiasi altra cosa ho dimenticato di dirti. Sappiamo che a volte… SPESSO dici qualcosa di offensivo. Io ti conosco da anni, so che lo fai senza cattiveria e non mi in@azzo [NDA, lui e’ musulmano], ma noi siamo amici. Sono serio, e’ davvero molto importante che stai attento a quello che dici.

Il giorno dopo il manager mi presenta al resto del gruppo e mi metto alla mia scrivania.
Alla mia sinistra c’e’ un ragazzo che sembra indiano ed e’ balbuziente.
Alla mia destra un ragazzo gay.
Di fronte a me, a sinistra, una ragazza grassa e con vestiti attillati.
Davanti a me una ragazza con delle tette enormi.
Di fronte a me, a destra, un ragazzo che sembra ebreo, o ha solo il naso grosso.
A complicare le cose, l’ambiente e’ molto rilassato, e dopo i primi 2 giorni decido di lasciar perdere la giacca e cravatta e uso camicia e maglioni come tutti.

Nella prima settimana parlo il meno possibile e tengo le cose a un livello cosi’ impersonale che il gradino successive sarebbe chiamare i miei colleghi Mr. Orange e Mr. Blue.
Poi, una mattina, poco prima di pranzo, Ali (il ragazzo indiano) si stacca dal computer, guarda il monitor soddisfatto, si gira dalla mia parte e sorridendo mi chiede:

- Da-da-da-da do-do-dov-v-e v-vieni Ba-Bartolo? – e mentre lo dice sembra quello di Vieni Avanti Cretino.
- Italia, e tu?
- …Vi-vivo a Lo-Londra.
- Si’, ma prima.
- Se-se-e-mpre Lo-Londra…
- Ok, ma dove sei nato?
- A Lo-L-Londra. S-s-sono i-inglese…
- Ah.

Torna al computer col volto grigio.
- M-ma se ti riferisci a-alla mia p-pelle l-la m-mia famiglia e’ o-originaria del Pa-Pakistan.

Fffffffffffffffffffffffffuckkkkkkkk…………………………..

19 febbraio 2013

SPONSORED VIDEO - IL NUOVO FRIGO SAMSUNG E LE SCIMMIETTE

C'e' un modo di dire che mi piace per descrivere un attore senza talento: Espressivo come un frigorifero.

E' facile capire perche': un frigo puo' essere aperto o chiuso, spazioso o compatto, ma non c'e' molto altro da dire.
Ecco perche' mi ha divertito essere coinvolto nella campagna dell'ultimo frigo della Samsung, l'Easy Out Easy In.
So che i loro prodotti sono eccellenti e con il giusto prezzo: lo so perche' ho uno dei loro smart phones, che vince su tutti i campi con la concorrenza del telefonino piu' famoso, considerato lo standard del genere.
Ma se si possono facilmente far sognare le persone tessendo le lodi della nuova tecnologia, dei gadgets e delle applicazioni di uno smart phone, cosa si puo' dire di un nuovo frigo, che non sia gia' stato detto da altri?
Che il suo prezzo non teme rivali?
Che ha un sistema refrigerante di ultima generazione?
Che ha un controllo digitale per migliorare il
risparmio energetico?
Che attraverso un sistema innovativo massimizza gli spazi senza lasciare punti inutilizzati?
Immagino il panico nella stanza dei creativi quando hanno saputo che la prossima campagna da inventare sarebbe stata su un frigorifero: e adesso?
Passano tutta la mattina a scervellarsi, lo aprono e chiudono, lo guardano da tutte le parti, fino a quando, esasperato, il Direttore Creativo esclama Che dire? Persino una scimmia lo saprebbe usare!
E proprio in quel momento arriva lo stagista con il caffe' per tutti, che si schiarisce la voce e prima di rendersene conto comincia a parlare, con un'idea di cui quasi si vergogna, ma ormai non puo' fermarsi, e racconta una storia di scimmie alla ricerca di qualcosa da rubare, che scelgono il frigorifero Samsung perche' il suo contenuto e' quello piu' ordinato e facile da tirare fuori.
E improvvisamente e' la luce: un'idea creativa, nuova, originale, divertente e semplice, in puro stile Samsung.
Lo spot e' un'animazione con una grafica realistica. Trovo la sua realizzazione intelligente, perche' usa strumenti di ultima generazione per reclamizzare un prodotto classico, a confermare che la forza del loro frigo e' la tecnologia all'avanguardia.
Per quelli di voi curiosi di vedere la nuova campagna del frigorifero Samsung, di seguito vi metto il link.
Sponsorizzato da Samsung

15 febbraio 2013

IL MIO NUOVO BLOG

Come descrivermi a chi non mi conosce? Eclettico? Appassionato? Creativo? Sexy?

Mi sento una persona dai mille interessi, proprio oggi un collega mi ha detto Quello che mi piace di te e' che hai un'opinione su tutto, e ci tieni a farla sapere.

Non sono sicuro se fosse un complimento o una critica, ma me l'ha detto come se fosse una cosa positiva, e in effetti per me lo e'.

Quindi ho pensato di aprire un nuovo blog su alcuni dei miei interessi piu' grandi: disegno, fotoritocco, illustrazioni e animazioni.
Lo scrivo in inglese, e vorrei usarlo come piattaforma per discutere tecniche e condividere idee.
E' per un pubblico piu' specifico, diciamo che continuero' a usare Ancora Brucia per parlare della mia vita e prendermi in giro, ma ormai la gente quando mi incontra mi chiede qual e' la mia ultima figura di @@@@@, e vorrei mostrare che oltre a dire sempre la cosa sbagliata ho anche altri talenti :-)
Quindi, se vi interessano questi argomenti e masticate l'inglese, siete i benvenuti a visitare il mio nuovo blog e interagire, altrimenti restate sintonizzati qui, perche' sono sicuro che presto ne combinero' un'altra!

15 gennaio 2013

TUTORIAL SULL'EFFETTO SPECCHIO ROTTO

Ringrazio Sharon Milne e Kate McInnes di Vector Tuts Plus per aver pubblicato il mio tutorial su come fare un effetto specchio rotto in Adobe Illustrator.
Questo e' un sito molto utile per imparare a usare softwer di design vettoriali e sono contento di aver incontrato questa comunita' cosi' creativa.
Spero di lavorare presto di nuovo insieme.
broken_mirror_effect_on_vectorplus Per leggere il mio tutorial potete clickare qui.