23 dicembre 2010

MI HANNO CHIESTO UN AUTOGRAFO...

Lavori duramente, a volte non ricordi neanche più perché. È una continua sfida con te stesso e con gli altri, e per quanto ti senti quasi alla fine del tunnel spunta sempre qualcosa che ti rimette in gioco all’ultimo momento e non ti fa tirare il fiato.
Poi capitano quelle occasioni, piccole soddisfazioni che solo tu e il tuo stomaco potete capire.

Oggi esco di casa e incrocio lo sguardo di un tizio vicino a un furgone. Lui si avvicina:
- Bartolo Ansaldi?
Gli faccio un cenno di assenso e lui si avvicina con una biro e un pezzo di carta.
- Mi fa un autografo?
- Mi ha riconosciuto, eh?
Lui mi guarda senza rispondere, solo con un sorriso imbarazzato.
Gli restituisco la biro e lui mi dà il pacchetto che stavo aspettando.

P.S.: Sì, sì, era un corriere. Ero eccitato per il pacco...

07 dicembre 2010

FILM CHE CAMBIANO LA VITA

Juno è una ragazzina di 16 anni che rimane incinta, e decide di tenere il bambino. E' un film sulle difficoltà e le scelte che deve fronteggiare questa poco più che bambina, leggero e allo stesso tempo profondo.

Ma quando è uscito nel 2007 in Inghilterra ha scatenato quella che è stata definita Juno Emergency, con ragazzine coetanee di Juno così affascinate da questo personaggio che i giornali riportavano di classi con fino a 6 ragazzine incinte.

Questo mi fa pensare al potere che i film hanno su di noi: come ci influenzano, come ci condizionano e come ci fanno sognare.
Se è vero che film dal messaggio positivo possono condizionare le nostre vite positivamente dev'essere vero anche il contrario.
La domanda successiva che mi faccio è Quanto della mia personalità devo ai film che per me sono stati importanti, e come sarei senza quei film?

Non parlo dei miei film preferiti, ma di quelli che per qualche motivo hanno condizionato qualcosa in me, e dopo averli visti sono cambiato.

Per esempio per me uno dei film che ha condizionato di più il mio modo di vedere la realtà è stato Yes Man, con Jim Carrey: dal momento in cui l'ho visto mi sono sforzato di accettare inviti che altrimenti avrei declinato, o fare esperienze che prima avrei evitato, solo per la curiosità di vedere dove mi avrebbero portato.
Non posso dire che sia sempre stata una buona idea, ma è vero che così mi sono fatto più amici e ho scoperto cose che altrimenti non avrei mai conosciuto, e sono contento di questo.

Un altro bell'esempio per me è Romantici Equivoci, con Jennifer Aniston: un film di cui di solito non ricordo neanche il titolo, ma che ha uno dei consigli che ho seguito di più nella mia vita lavorativa: Non vestirti per il lavoro che hai, ma per quello che vorresti avere.

C'è anche per voi un film che per qualche motivo ha contribuito a cambiare la vostra vita, e perché?

30 novembre 2010

NON SOPPORTO LA MERITOCRAZIA

Tempo fa ero a pranzo con un amico che lavora in RAI e gli ho chiesto Senti, ma come si fa per lavorare alla RAI? A chi si manda il curriculum e dove puoi vedere che posti cercano?

Lui ci pensa un attimo e mi confida:
- Sai, quest'azienda è un grande casino, e ci entri solo per raccomandazioni politiche o perché sei paraculato. Io stesso ci sono entrato perché ci lavorava mia madre e mi ha ceduto il suo posto.

MERITOCRAZIA. Ecco la parola del giorno, e viene dai politici. Dai loro in mano il merito, e persino questo diventerà soggetto al solito mercato delle raccomandazioni e della burocrazia. Ecco a cosa mi fa pensare la meritocrazia.

Ne parlano alle conferenze stampa, ne parlano i telegiornali, ne parla il mondo del lavoro e ne parliamo noi, come se fosse un concetto rivoluzionario, come se fosse una nuova era dello sviluppo economico, come una grande idea in contrapposizione con quello che c'è stato prima.

Sì signore e signori: da novembre in tutte le regioni d'Italia si passa alla meritocrazia, e se prima avevate bisogno di un aggancio politico o una raccomandazione, d'ora in poi per trovare lavoro vi basterà munirvi di merito.

Ma chi stabilisce questo merito? Come si può essere meritevoli come il figlio di Bossi, diventato consigliere regionale appena finito il liceo, o meritevoli come il figlio della compagna del Ministro della Cultura Bondi, laureando in architettura e dirigente del FUS (Fondo Unico per lo Spettacolo)? Meritevoli come Verdone e De Sica (figli): unici che io sappia a riuscire ad accedere ai fondi per le opere prime disponibili a chiunque, meritevoli come chi ha il proprio nome sulle liste bloccate o come Angela Sozio, ex concorrente del Grande Fratello 3 e possibile candidata del PDL all'Europarlamento?

Non sono contrario a dare la possibilità di fare politica a chi ha fatto televisione, ma è possibile che questa stia diventando la strada più praticata, mentre gli studi politici, la militanza per anni nei partiti e i risultati nella politica locale non contino nulla?
Perché tutti loro forse non hanno un curriculum migliore di altri, ma il merito di essersi fatti notare da chi conta.

Non è che questa famigerata meritocrazia così discrezionale è in realtà solo un nuovo termine per farci accettare il prossimo giro di subdole raccomandazioni?

11 novembre 2010

DELOCALIZZAZIONE SU INTERNET

In tempi in cui tutti sono preoccupati per la delocalizzazione delle aziende che vanno in India per risparmiare e portano disoccupazione nel proprio Paese potrebbe venirci in aiuto internet?

Sono stato invitato a iscrivermi a un sito di scrittori freelance che sembra molto interessante: chi ha un progetto lo propone con un budget, e gli scrittori interessati fanno un'asta al ribasso per aggiudicarsi il lavoro.

Ve ne ripropongo uno a caso e vediamo se avete la mia stessa impressione:

Progetto: Magazine on line canadese ha bisogno di qualcuno che scriva 10 articoli a settimana.
Budget: 250 $ _____ Tempo: 4 giorni.

Josh:
Budget: 250 $ _____ Tempo: 4 giorni.

Kelly:
Budget: 250 $ _____ Tempo: 3 giorni.

Kate:
Budget: 200 $ _____ Tempo: 4 giorni.

Andrew:
Budget: 200 $ _____ Tempo: 3 giorni.

Raji
Budget: __3 $ _____ Tempo: 1 giorn0.

10 novembre 2010

BENVENUTI NELL'ANTICO ORDINE DEI TEMPLARI

Fino a 24'ore fa non sapevo che l'Antico Ordine dei Templari continuasse a vivere anche ai giorni nostri, ma ieri sono stato invitato a una cena che aveva come ospite d'onore chi è stato presentato come Il 47° Reggente Internazionale dell'Ordine Sovrano e Militare del Tempio di Gerusalemme, Maestro dell'Ordine Templare Internazionale, Gran Cancelliere, Cavaliere di Santa Croce (Lup Mann etc), che ha parlato di chi sono e delle loro attività.

Tra le risposte clou della serata:

COME SI SVOLGE LA VITA NELL'ORDINE DEI TEMPLARI DI OGGI?

Non si possono fare domande: si propone un argomento e se accettato se ne discute. Siamo soggetti al rispetto di un codice. L'Ordine non è una democrazia: ha una struttura gerarchica piramidale in cui ognuno ha un incarico ed è vincolato all'obbedienza. Io ordino e gli altri eseguono. E' diviso in settori, uno di questo si occupa della mia sicurezza. Riceviamo circa 2.500 domande di adesione all'anno, ma ne accogliamo solo dalle 30 alle 50.

QUAL E' IL VOSTRO SCOPO?

Beneficenza.

08 ottobre 2010

UN LAVORO PER CHI E' STUPIDO E CATTIVO

Sto andando a Roma e un'azienda con cui collaboro mi ha preso un biglietto on line.

Essendo la prima volta che uso questo servizio mia sorella mi spinge ad arrivare prima in stazione e chiedere in biglietteria, perché secondo lei finisco sempre per litigare con tutti.

Faccio la coda in biglietteria e l'uomo mi dice che devo ritirare il biglietto alla macchinetta.
Faccio la coda alla macchinetta, inserisco i codici e una scritta dice di andare in biglietteria.
Ricomincio a fare la coda in biglietteria, ma sto per perdere il treno e vado al binario.

Mentre il controllore passa lo fermo e gli spiego la situazione.
In tono imperioso, tanto che tutti si girano a guardare la scenetta, dice:
- Allora lei è senza biglietto! Si accomodi che adesso vengo a farle la multa.
- Ma io ce ce l'ho, ho questo foglio di Trenitalia e basta controllare il codice.
- Io non ho la prova che lei abbia pagato.
- Il foglio si intitola Conferma d'ordine.
- Per me è senza biglietto!
- Se controlla il codice vedrà che è tutto a posto. Può controllare il codice?
- Sì... ma ci vuole almeno un quarto d'ora, per me lei è senza biglietto!
- Guardi, ho anche un sms di conferma sul mio cellulare con gli stessi codici, ed è mandato da Trenitalia, vede? E' la conferma del pagamento.

Ci sediamo, perché la cosa andrà per le lunghe. Dopo alcuni secondi di riflessione grave dice:
- Va bene. Le faccio il biglietto...
Oooh, finalmente ha capito.
- ...Al massimo poi se lo fa rimborsare.
- Ma perché, lo devo pagare?!?
- Eh, non ha il biglietto, veda lei.
- Senta: ho stampato quello che mi è arrivato dal sito della sua azienda, sono andato in biglietteria, mi hanno spedito alla macchinetta, che non accettava i codici --
- E certo, quella vuole i contanti.
- Ma capisce che se la biglietteria mi manda alla macchinetta e la macchinetta alla biglietteria per me è una situazione in cui perdo in ogni caso. Cos'avrei dovuto fare secondo lei?
- Avere il biglietto!
Alla fine ci litigo: e per forza, ma cos'avrei dovuto fare secondo mia sorella?

Al ritorno le stesse condizioni. E' quasi mezzanotte e sono a metà viaggio, quando sento da dietro il controllore e mi preparo a un'altra sciarriata.
Invece è un ragazzo gentile e professionale, e quando gli do il foglio tira fuori un palmare e controlla il codice.
Bravo, allora non ci sono solo ottusi cretini in quest'azienda. Finalmente una nuova generazione di professionisti capaci.

Lui mi restituisce il foglio e sorridendo mi chiede:
- E' lei la persona che viaggia?

27 settembre 2010

BUONI MOTIVI PER CUI TRASLOCARE

C'è stato un periodo in cui vivevo in un piacevole quartiere di Londra, vicino alla metropolitana e in un grande appartamento con una stanza enorme, pagando anche relativamente poco, e quando me ne sono andato in tanti mi hanno chiesto perché.
Ora che è passato abbastanza tempo per cui in pochi si ricorderanno le persone di cui parlo posso confessarlo: me ne sono andato perché un mio coinquilino era gay.
Ed ecco la storia.

Ero ancora nuovo a Londra, fresco dell'ideologia dell'università e desideroso di conoscere tutte le culture in cui mi imbattevo. Il mio inglese non era un gran che, e anche se cercavo avventura, a parte piccole storie di cui ridere con gli amici avevo solo avuto esperienze di seconda mano da racconti di altri: come quella del mio primo padrone di casa, che fino a pochi anni prima si divertiva coi suoi amici a passare il sabato sera cercando coppie di ragazzini neri e caricare di mazzate l'uomo fino a lasciarlo sul marciapiede sanguinante, mentre lei guardava.

Lavoravo in una casa di postproduzione a Soho, in una parallela di Oxford Street, che è forse la strada di Londra più trafficata dai turisti.
Sul lato opposto di uno dei palazzi c'era l'ufficio, e per arrivarci dovevo passare davanti a belle ragazze in minigonna all'uscita degli strip clubs, che a tutte le ore del giorno e della notte cercavano di adescarmi per farmi entrare nel loro locale, o loschi figuri con bustine di erba sminuzzata che ho sempre sospettato essere origano, a prescindere da quello che dicevano.

Una mattina verso le 10 un folto gruppo di signore assatanate aspettava l'apertura di un locale che prometteva lo spogliarello di un certo tizio palestrato in foto, e guardando le loro facce ho capito che quando le donne dicono di andare a uno spogliarello solo per ridere mentono.
Poco più avanti, sulla stessa strada, una scuola elementare.

C'era un velo nella comunicazione tra me e gli altri, tutto quello che capivo era che Londra è molto più cattiva di quanto sembra vista dall'Italia.
E gli inglesi non fanno sconti agli stranieri.

Un giorno il manager e il tecnico si preparavano per uscire, il manager mi guarda e mi dice:
- We're going to light up a fag, you want to join us? [fag: slang offensivo per omosessuale].
Per cercare di integrarmi avevo deciso di assecondare chi mi parlava e non dimostrare il mio disgusto quando mi raccontava qualcosa di rivoltante tipo i pestaggi dei neri per sport. Ma questa volta non ero sicuro di aver capito bene.
- Se voglio scendere con voi... a bruciare un ricchione?
I due si mettono a ridere e mi dicono che oltre a quello, fag è anche lo slang per sigaretta, e io sono diventato la barzelletta di quella settimana in ufficio.

La sera io e altri 2 dei 3 coinquilini dell'appartamento ci incrociamo in salotto, e dopo mesi di convivenza, per la prima volta iniziamo a chiacchierare: com'è nel tuo Paese, com'è nel mio, come ti trovi a Londra, quando vai a casa, cos'è quella cosa che ti mangi e che rimpuzzolisce il frigo? i soliti discorsi tra coinquilini che non hanno niente in comune, se non essere stranieri a Londra.
E dopo circa 2 ore in cui ormai abbiamo preso confidenza, io racconto di quello che mi è successo in ufficio.
Ma invece di ridere come abbiamo fatto finora si guardano in modo prima colpevole, e poi complice. E uno fa:
- A ** [nome del coinquilino assente] di sicuro piacerebbe essere acceso!
L'altro ride, io non capisco e chiedo spiegazioni. Lui prima allude, passando la palla all'altro che ride senza spiegarmi, poi, visto che sono di coccio, mi dice chiaro che ** è gay.
- Ma figurati - faccio io - E da cosa te ne accorgi?
A questo punto c'è incredulità nei loro occhi.
- Sculetta.
- Non ci ho mai fatto caso.
- Ha un pigiama di seta.
- E' comodo.
- Usa uno shampoo al balsamo.
- Tiene all'aspetto dei suoi capelli.
- Ogni week end viene un uomo.
- Sono amici.
- Tutti i week end?
- Sono molto amici.
- Si ferma a dormire nella sua stanza.
- Insegna a Oxford, sarebbe troppo lontano per tornare ogni volta.
- Dormono nel suo letto matrimoniale.
- Se avesse una camera degli ospiti, magari --
- Sono nella camera a fianco alla tua, MA NON LI SENTI LA NOTTE?!?!?
Concludiamo la serata e li lascio col beneficio del dubbio.

Chiamo mia sorella in Italia, che è venuta da poco a trovarmi per qualche giorno, la mia sorellina di 7 anni più piccola di me, e le chiedo:
- Ma secondo te è possibile che ** sia --
- Gay? Perché, in tutti questi mesi non te n'eri accorto?
- Ma da cosa lo capisci?
- SCULETTA!!

La mattina dopo vedo in bagno lo shampoo al balsamo passato inosservato negli ultimi 6 mesi e che ora costituisce prova indiziaria, e incrocio ** col suo pigiama azzurro di seta.
Ammetto che il sedere si muove un po' troppo quando cammina, ma lo definirei davvero sculettare?
Durante il giorno mi ripasso gli indizi sull'omosessualità di **, e con il passare delle ore lo scetticismo fa posto all'incredulità, e poi all'eccitazione: sono nel vivo della vita metropolitana londinese, ora ho anche io una storia di prima mano da raccontare, ho un coinquilino gay!!
Così inizio a pensare a chi potrei dirlo: i miei coinquilini lo sanno già, e così la mia famiglia. Non al lavoro, e non è che conosca tutta questa gente...
E poi come dirlo? Come una cosa incredibile, usando suspense? Con il distacco di chi è abituato a vedere di tutto nella sua vita metropolitana? Mi piacerebbe usare quella parola in slang ricorrente in questi giorni, più volgare dell'espressione volgare stessa, per sentire di aver tagliato un po' del velo che mi isola da questa cultura e dimostrare a me stesso che sto iniziando a possedere la lingua.
Poco dopo mi chiama l'unico amico inglese, convinto che io capisca quello che mi dice, e va avanti come al solito a racontarmi cose di cui non capisco neanche il senso generale, mentre io intermezzo il suo monologo con Oh e Dai, e e Mh mh.
Entro in appartamento, che è vuoto, e vado nella mia stanza, che lascio aperta nella concentrazione per cercare di captare una parola familiare.
Come al solito parla per mezz'ora senza chiedersi come mai io non abbia nulla da ribattere, ma quando sta per ringraziarmi della conversazione e riattaccare lo blocco, perché ora ho anche io qualcosa da dire!
Concentrandomi per trovare le parole scandisco come chi parla una lingua non sua, a voce alta come chi è insicuro.
- Ho una certa vita metropolitana anch'io qui a Londra. Pensa che, così, tanto per dirtene una delle tante, ho un coinquilino gay. Per me è una cosa normale, anche se non è solo gay, è proprio fag! Sai, di quelli che quando lo incroci pensi Ma guarda quello quanto sculetta! Sembra una ragazzina pronta per andare a divertirsi col primo che passa. Ah! Pensa che usa pigiami di seta e shampoo al balsamo! Sembra urlare Guardatemi quanto sono fag!! Poi ognuno faccia quello che vuole, non sono fatti miei se ogni week end si porta il fidanzato nella camera a fianco alla mia e ti lascio immaginare i rumori che si sentono --

In quel momento vedo un movimento alla mia porta, ** passa e io, alzando una mano, lo saluto come se mi facesse piacere vederlo.
Lui, con la voce di chi pensa al modo migliore per sbudellarmi, mi dice:
- Ciao.

E 2 settimane dopo ho cambiato casa.

22 settembre 2010

CRISTINA

Sono al supermercato, e una ragazza mi passa davanti. Ho un flash, non ci vediamo da circa 18 anni, ma i suoi occhi azzurri sono gli stessi.
E' agli yogurt e la guardo indeciso se avvicinarmi o fare finta di niente, col pensiero sempre più ingombrante che potrei sbagliarmi e farmi una delle solite figure che poi riporto sul mio blog.

Frequentavamo lo stesso corso di tennis, e anche se io ci andavo in bici, al ritorno facevamo un pezzo di strada a piedi insieme.
Ha un anno più di me, mi diceva che ero perspicace, ed è stata la mia prima cotta, se escludo Silvia dell'asilo, a cui non sono mai riuscito a rivolgere la parola.
A volte ho pensato a lei anche da adulto, chiedendomi come fosse la sua vita ora.
Così mi avvicino:
- Cristina?
Lei si gira, in un modo che non capisco se sia perché l'ho chiamata col suo nome o perché le ho parlato vicino. Mi guarda e nei suoi occhi non suonano campanelli.
- Ciao... sono Bartolo... facevamo tennis insieme... tu avevi i capelli corti e l'apparecchio [e una tuta blu con strisce sottili gialle ai lati...].
Lei mi guarda con la distaccata cortesia di una ragazza che pensa Oh mio Dio, un maniaco! Mi ha pedinata segretamente negli ultimi 18 anni e oggi ha trovato il coraggio di uscire allo scoperto, proprio in questo posto così affollato! E ora cosa faccio?
Sorridendo, mi dice:
- Accidenti, dal tennis, che memoria!
Ma secondo me si sta arrampicando sugli specchi.
- Tu non ti ricordi di me, vero? Bartolo, quanti ne conosci che si chiamano così?!?
- Il nome non mi è nuovo, ma non riesco ad associarlo a un... a una... a nulla.

Nella mia mente da quando l'ho vista a quando sono andato agli yogurt le avrei chiesto come stava, cosa faceva, com'era la sua vita e se era contenta, cosa le era successo di importante negli ultimi 18 anni e detto che era bello rivederla dopo tanto tempo.
Invece, sorridendo, le dico:
- Beh, allora è meglio chiudere qui i convenevoli del rimpatrio, o rischia di diventare imbarazzante.
- Salutami pure quando mi vedi - mi fa lei gentile. Una frase che forse accetterei da Sofia Loren.

Non è incredibile come un rapporto tra due persone per uno significhi tanto e per l'altro nulla?

15 agosto 2010

UNA MINACCIA CHE NESSUNO VEDE

La stampa ha ribattezzato questa l'estate delle multe, e secondo altre fonti il nostro è addirittura il Paese delle multe, con punte di aumenti del 1.300% negli ultimi 10 anni (34% in Gran Bretagna).
Mi colpisce la notizia di qualche tempo fa, di una multa di 150 euro a un barbiere per essersi seduto su una sedia fuori dal proprio negozio.

Non so chi abbia inventato questa regola, e non so chi abbia acconsentito a farla passare o chi l'abbia messa in pratica, ma è sbagliata, e lo sappiamo tutti.

In nome di un'esigenza per il Comune di fare cassa, ci stiamo riempiendo di restrizioni, stiamo calpestando i nostri diritti fondamentali di esseri umani: stiamo rendendo il mondo in cui viviamo un posto peggiore.
Le multe stanno travalicando il loro motivo di essere: non sono più una punizione per un comportamento sbagliato, sono un modo che qualcuno usa per fare soldi, come un casinò.

Permettiamo a moderni nazisti di schiacciarci, di affermare il loro piccolo potere distruggendo la nostra fiducia nella società e in noi stessi, portandoci a non vivere, per paura di essere puniti ingiustamente.

Il grande slogan degli ultimi anni è Tolleranza zero, e a cosa sta portando? Siete contenti dei risultati? Vi sembra che la nostra sia una società più sicura, o più felice? Più ottimista o più rilassata? Più aperta o più amichevole?

Forse dovremmo cambiare il nostro modo di vivere in Più tolleranza.

Qualcuno dirà Dura lex, sed lex, ma non sarebbe forse perentorio opporsi a una legge sbagliata?
Impediremmo forse agli ebrei di entrare in un negozio solo perché così ha stabilito una legge? E qual è la differenza con un barbiere multato perché si siede fuori dal suo negozio?

Notizia del telegiornale: Pellegrino con ginocchio dolorante fa un voto e porta in spalla una croce da 20 Kg da Milano a Roma. Multato perché "Alla guida di un veicolo a forma di croce bianca" (aveva messo delle rotelle alla base).
Com'è possibile che nessuno si rivolti quando sentiamo che solo perché è un bersaglio facile, una turista straniera a Jesolo è stata multata di 1.000 Euro per aver comperato un falso da un venditore ambulante, e niente è stato fatto al venditore o agli imprenditori dietro questo traffico?

COMUNE DI JESOLO
SEI IPOCRITA E MIOPE
E MERITI DI FINIRE SENZA TURISTI

Siamo abituati a parlare dei Grandi Cattivi della Storia: Hitler, Stalin, Pol Pot, Saddam, Ceausescu, ma non sarebbero mai potuti essere responsabili di centinaia di milioni di morti senza eserciti di burocrati, funzionari, addetti alla sicurezza e supervisori che assecondavano i loro ordini con molto zelo.

E un silenzioso assenso della popolazione.

09 agosto 2010

L'IMPORTANZA DI UN AMBIENTE POSITIVO

Sto giocando a ping pong con mio cugino e mia sorella. Lui è più bravo di me. Non troppo, ma quel tanto che basta per battermi sempre dopo una partita testa a testa.
Infatti ha già vinto 3 volte.
E' il momento di provare una mia teoria, così dopo che batte mia sorella mi alzo con un piano diabolico in mente: gli dico che mi sono stufato di giocare con lui, che voglio giocare con mia sorella, quindi ho deciso di batterlo.

Iniziamo, e gli dico che è noioso giocare con lui, che mi sembra stanco, che mi sembra aver perso i riflessi e il tocco che aveva una volta. Gli chiedo se vuole una pausa, e quando faccio un punto se vuole che lo ripetiamo.
Uso ogni spunto per schiacciarlo psicologicamente, e lui fa la partita più brutta di sempre: lo batto 21 a 7. Poi gli svelo che era un trucco.

Più tardi, quando gioco di nuovo contro di lui, usa la mia tecnica contro di me.
E anche se so che è un trucco, questa volta gioco io la partita più brutta di sempre.
Questo mi fa riflettere sull'importanza di trovarsi in un ambiente positivo per realizzare i propri progetti: non basta avere una forte motivazione personale se intorno hai solo gente che ti rema contro, ed è quello che spesso fanno molti amici.
Avete presente quando vi ammazzate di corsa, siete un bagno di sudore, incrociate un amico e vi dice Ma ti serve a qualcosa? Tutto l'inverno che corri e e sei grasso come prima.
Poi sorridono e dicono Scherzo... o sostengono di essere sinceri.

Credo che in realtà siano solo s******, e nessuno ha chiesto loro di essere sinceri.
Certe persone ci vorrebbero mediocri, invidiano i nostri progressi e ci schiacciano per impedirci di essere felici.
E se siete seri in quello che fate, per il vostro bene a un certo punto dovrete decidere di abbandonare alcuni amici.

05 agosto 2010

SONO PREOCCUPATO...

Sto provando a fare il formaggio in casa. Primo passo: far andare a male il latte.
Ma sono 2 giorni che la bottiglia è fuori dal frigo e il latte è ancora buono.

Mi chiedo cosa beviamo...

01 agosto 2010

DOV'E' L'AMORE?

In questi giorni ho incontrato un'amica che non vedevo da tanti anni, parliamo e le chiedo:
"Allora, com'è essere sposata?"
Lei ci pensa un po' e mi dice:
"Non è il principe azzurro. Ma io sono sempre stata una pratica, lo sai: lui era uno che andava bene per me e io una che andava bene per lui".

Questo mi fa riflettere. Di 10 coppie che si sono sposate negli ultimi anni e con cui sono abbastanza intimo da conoscere delle inside information 8 si sono sposate per convenienza o compromesso, e soltanto il 20 % per amore.

Badate, non dico che non si amassero quando hanno deciso di sposarsi, ma che a spingerli a questo passo sono stati un permesso di soggiorno, condizioni economiche più favorevoli per le coppie sposate, l'arrivo di un figlio non previsto, la paura di rimanere soli o pressioni da parte di altri, e solo dopo l'amore.
In una coppia che conosco è stata lei a prendere l'iniziativa, e la dichiarazione è stata più o meno "Sono 8 anni che stiamo insieme, o ci sposiamo o ci lasciamo".

Va bene, diciamo che sono io troppo severo, diciamo che le coppie che hanno deciso di sposarsi prima di tutto perché si amavano sono di più. Diciamo il 30 o 40 %. Ma se anche arrivassero al 50 a me sembra comunque poco.
Canzoni, romanzi e film ci fanno sognare, ci insegnano fin da piccoli a cercare l'anima gemella, l'altra metà della mela e le farfalle nello stomaco.
Versi bellissimi ci toccano tanto da ascoltarli all'infinito e scriverli nei diari, storie d'amore che durano 2 ore in TV ci colpiscono tanto da farci piangere e desiderare di poter soffrire altrettanto, un giorno.

Ma a un certo punto la maggior parte di noi perde la speranza e la voglia di cercare, e sceglie una soluzione di comodo, senza lacrime e passione: divide un foglietto in pro e contro, e se i pro hanno almeno una voce in più è .
Lascia che siano altri a bruciare, e si accontenta di un rifugio sicuro.

Ma che fine ha fatto l'amore?

31 luglio 2010

FILM CHE DIVENTANO CLASSICI

Non è questione di grandi effetti speciali, grandi attori o grandi budget: alcuni film hanno qualcosa di speciale, che li fa diventare immortali.

Ultimamente mia mamma ha raccontato a mia nonna il film Titanic, e hanno iniziato a piangere tutte e due.

Mi sembrerebbe difficile da credere, se non fosse che pochi giorni fa mi è successa la stessa cosa, con Rocky IV.

14 luglio 2010

CONTROSCUOLA, by ERIKA DI MARTINO

Segnalo il nuovo sito della mia amica Erika Di Martino, giovane madre a tempo pieno di 3 figli, che ha scelto di fare loro da insegnante fornendo un'alternativa alla scuola tradizionale: Controscuola (www.controscuola.it).

Il sito dà informazioni utili ai genitori che vogliono fare lo stesso e cercano persone con idee simili, o insegnanti appassionati e che pensano fuori dagli schemi.

E sarò io di parte, ma quando vado a trovarla c'è sempre la coda di genitori che le portano i figli per dare loro un'istruzione intelligente.



Brava Ek, in bocca al lupo!

30 giugno 2010

GIOVANE PER SEMPRE

Come tutta Italia in questi giorni, sono colpito dalla morte di Pietro Taricone, forse perché sembrava indistruttibile.

Era uno che ce l'aveva fatta, e che continuava a essere uno di noi nonostante il successo, trasmettendo valori positivi.

Ora sarà giovane per sempre.
Ma non è forse così che muore O Guerriero?






17 giugno 2010

QUANDO E' DESTINO

Mi sto preparando per andare a un appuntamento di lavoro a cui tengo particolarmente. Il cielo è coperto, io sono in giacca e cravatta, ma senza soprabito.
Per strada comincia a piovere, io arrivo un po' prima e parcheggio vicino. Mentre aspetto in macchina la pioggia si fa sempre più forte, e io devo decidere se presentarmi all'appuntamento bagnato o con un ombrellino viola che ho trovato in macchina.

Con riluttanza opto per l'ombrello ridicolo, esco dalla macchina, affretto il passo e quando sono davanti all'entrata aspetto il momento giusto per attraversare la strada.
In quel momento una macchina mi spara addosso un muro d'acqua marrone che mi prende dalla faccia alle scarpe.

Così mi presento al mio incontro tutto bagnato e con l'ombrellino.

28 maggio 2010

UN FILM 3D PER LA FAMIGLIA

Ho appena guardato al cinema Final Destination con mia mamma, e credetemi: vale tutti i soldi del biglietto.
Dico portare la mamma con l'inganno a vedere un film dell'orrore in 3D.

Il film è brutto.

21 maggio 2010

COME RICONOSCERE UN BUGIARDO

Tempo fa ho organizzato un incontro tra un grosso produttore e un possibile finanziatore, e mentre il produttore illustrava il suo progetto ho notato una gestualità singolare: lo guardava negli occhi, acconsentiva mentre parlava e apriva le mani, che teneva giunte senza incrociare le dita, mostrandogli i palmi.
La cosa mi ha incuriosito, in particolare perché mi sembrava molto innaturale tenere i polpastrelli uniti senza mai incrociare le dita, e dopo la riunione ho fatto una ricerca per capire se il produttore volesse mandare al finanziatore una sorta di messaggio subliminale attraverso la propria gestualità.

Lì ho scoperto che se con un po' di pratica è relativamente facile mentire a parole è molto difficile mentire col corpo, perché ci sono movimenti naturali che tradiscono i nostri pensieri.

Tutti hanno sentito dire che tenere le braccia conserte durante un colloquio di lavoro è indice di chiusura, o guardare in una certa direzione significa che la persona sta inventando la risposta o mentendo.

Entrando più nello specifico, quando qualcuno ti dice che è molto d'accordo con te, ma si tocca la nuca, vuol dire che in realtà non lo convinci, o quando uno si gratta il naso è perché sta mentendo.

Quello che ho scoperto è stato sorprendente: ogni mossa che il produttore faceva era studiata per predisporre il finanziatore a livello subliminale a fare affari con lui. Guardarlo sempre negli occhi è indice di confidenza in se stessi e onestà, acconsentendo mentre parla fa identificare l'altro in sè, spingendolo a dirgli di sì. Incrociare le braccia o le dita è indice di chiusura e mancanza di fiducia, mentre gesticolare mostrando i palmi comunica apertura e interesse a fare qualcosa insieme.

Finora non ci credevo, ma sono al Festival di Cannes, ho diversi meeting di lavoro con produttori che mi presentano i loro progetti illustrandomi il budget che hanno già e gli accordi con gli attori e i distributori, e tutti si grattano il naso...

SIAMO COSI' FORTUNATI...

Cannes, sera - Sono con un amico e 2 ragazze appena conosciute. Passeggio con una di loro e con la coda dell'occhio vedo dietro qualcuno che corre verso di noi.

Istintivamente penso che voglia scipparle la borsetta, che tiene tra noi, e stendo un braccio per fargli male col gomito.

Invece chiede l'elemosina con un po' troppo entusiasmo: io dico di no, lui insiste e la situazione si fa brutta. Lui importuna la ragazza, io mi metto in mezzo e senza che me ne renda conto lei si allontana e io mi preparo alla rissa.

Poi i toni si smorzano, lui mi insulta nella sua lingua, visto che lo capisco gli rispondo, e questo lo spiazza.

La cosa sembra finita lì. Poco dopo siamo tutti seduti a un tavolo, fuori da un pub. L'uomo spunta di nuovo, ancora più antipatico. Lui parla in francese, io in inglese. Fa commenti pesanti sulle ragazze e domande personali su di noi, e per quanto gli chiediamo di andarsene minaccia di restare lì se non lo paghiamo.

So che basterebbe dargli qualcosa per togliercelo di torno, ma ormai è personale, è un prepotente.
La sua minaccia mi fa scattare in piedi e capisce di aver esagerato.
In modo amichevole, ma deciso, gli metto un braccio dietro per spingerlo e ci allontaniamo:
- Lasciami stare! - fa lui.
- Non ti sto facendo niente - dico io.
- Non mi toccare!
- Non ti sto toccando - ribatto mentre continuo a spingerlo.
- Certo che mi tocchi, mi stai spingendo!
- Infatti, infatti.
- E allora non toccarmi!
- Non ti sto toccando...

Gli spiego che ci dà fastidio, che non può fare così, e lui mi chiede dove ho imparato la sua lingua. Mi fa domande su di me, e capisco che tutta la sua insistenza in realtà è una disperata ricerca di un rapporto umano.
Intanto ci avviciniamo a un McDonald's e gli chiedo se ha fame.
Così ci andiamo insieme. Lui parla italiano, dice che è andato in Italia per farsi qualche soldo, ma gli davano 15 euro per una giornata di lavoro, dall'alba alla sera, e non riusciva a sopravvivere. Questo mi fa sentire colpevole, perché è andato a casa mia per cercare la sua fortuna, invece ha trovato solo persone che volevano sfruttare la sua disperazione.

Gli chiedo cosa vuole, e lui indica la foto grossa del panino in offerta speciale.
Lui cerca di convincermi che è una brava persona:
- Sono un ladro. Ho rubato e sono stato in prigione, e poi mi hanno buttato fuori dall'Italia. Ma voglio dire, non è come uccidere...
- Patatine?
- No.
- Davvero? Un gelato?
- No, grazie. Vedi? Non sono uno che se ne approfitta, solo il minimo indispensabile.
- Da bere?
- Una Coca-Cola.
La cassiera gli chiede se grande o piccola e lui prende la piccola.

La ragazza gli mette le cose sul vassoio e io pago. Lui prende il panino in una mano e la Coca nell'altra.
Poi usciamo e lui, notando il tappo al bicchiere, esclama:
- E questa come la bevo?!?
Gli prendo una cannuccia.

Poi gli dico che ora devo andare, lui mi ringrazia, mi augura che Dio mi benedica, ci facciamo entrambi gli auguri, ci stringiamo la mano, e mentre lo lascio ho una sensazione sgradevole, perché penso che quella era la prima volta che entrava in un McDonald's.

Siamo così fortunati da poterci permettere di fare gli schizzinosi, vediamo il McDonald's come una realtà così quotidiana da non renderci conto che per molti è qualcosa di inarrivabile.
Il mare è pieno di yachts.
Un uomo coraggioso e che sa almeno 4 lingue è piegato dalla vita perché non ha avuto una chance, mentre altri forse non più in gamba di lui possono permettersi di pagare 18 euro per una Coca Cola.

Com'è bastarda la vita...

COME FINANZIARE UN FILM INDIPENDENTE

Cannes - Nel padiglione inglese c'è appena stato un seminario su come i produttori indipendenti possono coinvolgere finanziatori professionisti per finanziare i loro progetti.

Morale della favola: prima di tutto hai bisogno di una sceneggiatura completa e che li convinca, ma a questo punto ti rifiutano perché non hai un regista di richiamo.

Una volta che hai il regista ti rifiutano perché il tuo budget non può essere accurato se prima non hai un accordo con gli attori e il calendario del girato.

Quando hai fatto tutto questo ti rifiutano perché sono interessati a entrare solo in progetti che hanno bisogno dell'ultimo 20% del budget.

E quando riesci a trovare anche l'80% che ti serve per parlare con loro ti rifiutano il finanziamento perché è il tuo primo film.

Ma se fossi in loro rifiuterei il finanziamento anche a un produttore esperto, perché se è riuscito a superare tutto 'sto casino e ancora gli serve il 20% del budget sta dicendo un sacco di bugie.

...E GIUSTIZIA PER TUTTI

Cannes - Forse molti di voi sanno quanto è difficile presentare un'idea per un progetto a cui avete lavorato per mesi a qualche grande produttore che la stronca in pochi secondi.

Mentre il padiglione italiano organizza l'ennesimo evento enogastronomico per il cinema italiano (?) gli inglesi ne hanno uno con finanziatori che spiegano il modo in cui scelgono i progetti in cui intervenire, i requisiti che devono avere e come presentarli.

Nella seconda parte del seminario alcuni grandi produttori presentano il loro progetto sul palco, e vengono demoliti in un modo imbarazzante.
Tra questi anche l'amministratore delegato di una delle più importanti case di produzione cinematografiche e televisive in Italia, che fa la figura dell'amatore e scende dal palco a testa bassa.

Mi vergogno un po' a dirlo, ma come ci godo...

16 maggio 2010

UNA STRANA CONVERSAZIONE

Sono a Cannes. Oggi ero seduto aspettando l'inizio di una conferenza e ho sentito la conversazione di 2 persone over 40.
Più o meno è andata così:

LUI - Tu lo usi il diaframma?
LEI - Certo che lo uso, tutte le volte, anche se non è una cosa importante...
LUI- Ma sai che molte persone con cui sono stato non lo usano?
LEI - Le nuove generazioni?
LUI - Sì.
LEI - Pensano che ormai tutto sia facile, ma per quanto le tecniche si siano sviluppate il principio di fondo è sempre lo stesso dalla notte dei tempi: alla fine si tratta di aprire e darci giù.
LUI - O di chiudere.
LEI - Certo, anche chiudendo vengono delle belle cose: è più difficile, ma ci sono dei begli effetti. Diciamo che quando chiudi è perché vuoi fare delle cose particolari, comunque non con tutti. Anche perché molti non capiscono e combinano solo casino.
LUI -Sì, mi è capitato con un ragazzino tempo fa, volevo farglielo vedere, ma lui pensava di sapere già tutto: l'ha fatto di testa sua, dappertutto, e poi si vantava pure. Questi non capiscono che si fanno male e poi non troveranno più nessuno.
LEI - E' importante saper usare bene il diaframma.
LUI -Se lo sai usare puoi fare tutto quello che vuoi.

Erano 2 cameraman.

15 maggio 2010

CONFRONTO NON POLEMICO TRA INGHILTERRA E ITALIA

Cannes, confronto tra gli eventi di oggi dedicati ai professionisti del cinema tra settore inglese e italiano (più o meno lo spirito è questo ogni giorno):

INGHILTERRA
- Oltre i confini: Risparmiare soldi.
- Meetings individuali con professionisti del settore per avere consigli sulla carriera.
- Una finestra sul Futuro: 3D e pubblico.
- Essere un attore nell'era digitale: seminario con Andy Serkis [l'uomo che ha dato le movenze a King Kong e il personaggio digitale di Il Signore degli Anelli].
- Seminario su film interattivi fatti per internet.
- Meetings individuali con professionisti del settore per avere consigli su come applicare per finanziamenti istituzionali inglesi.
- Incontro con i responsabili del Fondo inglese per finanziare film.

ITALIA
- Degustazione prodotti eno-gastronomici.
- Presentazione sito http://www.blogger.com/www.media-italia.eu.

Ma i nostri sanno davvero quello che stanno facendo?



08 maggio 2010

FILM IMPEGNATI Vs. FILM POPOLARI

Sto guardando la premiazione dei David di Donatello e mi stupisce il premio alla carriera a Bud Spencer e Terence Hill.

I loro film sono popolari, ma senza grandi pretese: simpatici, leggeri, e a distanza di 30'anni piacciono ancora e vengono considerati pilastri importanti del cinema italiano, anche se al tempo la critica li ha denigrati.

Solo il tempo stabilisce un successo di questo tipo, e mi chiedo perché un film impegnato e sconosciuto dovrebbe avere più dignità di Altrimenti ci Arrabbiamo e Lo Chiamavano Trinità.

Forse è sbagliato categorizzare i film in impegnati e popolari, e sarebbe meglio dividerli in film che ci piacciono e no.

19 aprile 2010

NIGHTMARE ON ELM STREET

Nightmare on Elm Street è il film dell'orrore per eccellenza per quelli della mia generazione, e la serie a cui sono più affezionato.

Ho preso il cofanetto e ora mi sto godendo tutti e 7 i film.
Nel 1° Freddy torna dalla morte, uccide diverse persone, poi scippa mazzate e viene ucciso per sempre.
Nel 2° Freddy torna dalla morte, uccide diverse persone, poi scippa mazzate e viene ucciso per sempre.
Nel 3° Freddy torna dalla morte, uccide diverse persone, poi scippa mazzate e viene ucciso per sempre.
Nel 4° Freddy torna dalla morte, uccide diverse persone, poi scippa mazzate e viene ucciso per sempre.
Nel 5° Freddy torna dalla morte, uccide diverse persone, poi scippa mazzate e viene ucciso per sempre.
Nel 6° Freddy torna dalla morte, uccide diverse persone, poi scippa mazzate e viene ucciso per sempre.

Non ho ancora visto il 7°, ma sono molto curioso.

16 aprile 2010

SE N'E' ANDATO RAIMONDO VIANELLO

Raimondo non c'è più.
Sandra

11 aprile 2010

CHI RINUNCIA NON PUO' VINCERE

Nei periodi di frustrazione che ogni giovane attore affronta dovrebbe conoscere e ripetersi una storia che riguarda l'insegna di Hollywood.

Leggenda metropolitana vuole che all'inizio del '900 un'entusiasta ragazza di provincia si fosse trasferita a casa dello zio, che viveva a Los Angeles, per sfondare come attrice nel mondo del cinema.

Ma le cose non andarono come previsto: dopo un centinaio di provini non aveva neanche ricevuto una seconda chiamata, e sempre più sprofondata nella depressione, una notte salì sulla H della scritta simbolo di Hollywood e si buttò.

Se avesse resistito ancora poche ore avrebbe ricevuto di persona una lettera invece ritirata dallo zio, in cui un grosso Studio le affidava una parte da attrice in un film.

Morale della storia: rinunciando non c'è nessuna possibilità di vittoria.

31 marzo 2010

SOCIETA' CHE CAMBIA E RECITE DI NATALE

La società italiana sta cambiando. Quando io ero piccolo era tradizione a scuola fare una recita di Natale il cui soggetto era di solito la nascita di Gesù.

Questo poteva andare bene in una classe in cui in generale era condiviso uno spirito religioso e il bambino con la cultura più diversa da quella cattolica era un testimone di Geova che veniva sistematicamente escluso, ma come si fa ora che ci sono molti più stranieri?
La mentalità più diffusa è Loro sono ospiti, quindi si devono adattare a quello che facciamo noi, e se non sta bene hanno solo da andarsene.

Quindi i testimoni di Geova continuano a essere esclusi, mentre ai musulmani viene sistematicamente data la parte dei re magi (nell'immaginario collettivo Gesù è biondo e con gli occhi azzurri, mentre i re magi sono di colore).
So di una rappresentazione in cui c'erano 6 re magi.

Quello che sostengo io da diversi anni ormai è di sostituire il presepe vivente con un classico della letteratura: sarebbe un modo per i bambini per imparare divertendosi, riflettere sulla vita e il significato di un'opera e fare qualcosa di originale.
I Viaggi di Gulliver si presterebbe bene per una riduzione per bambini delle elementari: ci sarebbero i Lillipuziani interpretati da quelli di prima e i giganti interpretati da quelli di quinta.

Oggi ho scoperto di avere un corrispettivo inglese, addirittura più estremo di me, che ha messo in scena un classico del cinema: Scarface.
Al posto della cocaina sul tavolo ci sono dei popcorn e i mitra sono sostituiti da dei Liquidator, ma per il resto è fedele all'originale.

Il video ha suscitato polemiche in Inghilterra: a me ha fatto divertire e appoggio la scelta.
Giudicate voi...


19 marzo 2010

IL BELLO DELL'ESSERE IGNOBILMENTE RICCHI

Nell'ultima puntata dell'Isola dei Famosi Simona Ventura dà alla miliardaria Ivana Trump il compito di apparecchiare un tavolo per 12 persone.

Nel collegamento successivo la Trump esulta come se fosse riuscita in qualcosa di impossibile:

Simona, ho fatto tutto da sola!!

Poi entrano nell'inquadratura 2 ragazzi di colore vestiti come camerieri di strip club a una serata per sole donne, e lei continua:

Li ho comandati a bacchetta!!!

Che invidia...

12 marzo 2010

NESSUNA POSSIBILITA’ PER GLI SCRITTORI

Giorni fa ho incontrato un produttore di Hollywood per un progetto che potrebbe partire insieme.
Stavamo ragionando su un’idea e come svilupparne la sceneggiatura.

- Che ne dici di spargere la voce e lasciare che gli scrittori ci propongano le loro idee? - gli dico io.
- Porterebbe solo problemi. La gente mi chiede spesso se ho voglia di leggere le loro sceneggiature. No! Certo che no! - fa lui.
Lo guardo senza capire, e lui continua:
– Un’accusa di plagio è molto difficile da dimostrare, e quando succede non importa se vinci o perdi, il tuo nome ne esce sempre danneggiato. Quindi, prima cosa se vuoi vivere bene in questo business è dimostrare che non hai preso l’idea da qualcun altro.

Come ex aspirante scrittore professionista da quando avevo 16 anni, questo suona un campanello d’allarme nella mia testa.
- Ma diciamo che ho scritto una bella sceneggiatura, come faccio a fartela leggere? Qual è il modo più giusto per proportela, se non ti conosco?
- Non puoi. I produttori e gli editori americani contattano le agenzie e chiedono se hanno qualcosa di pronto su un certo argomento, o lavorano solo con scrittori di fiducia. La cosa giusta è trovarti un buon agente. Ma per farlo devi aver già scritto diverse cose di successo, e la maggior parte degli agenti migliori non prende scrittori emergenti. Ecco perché è così difficile in USA diventare scrittori.

E stiamo parlando del posto conosciuto come La terra delle opportunità. Figurarsi come può essere la situazione in Italia.
A questo punto la mia faccia deve lasciar trasparire i miei pensieri, perché lui cerca qualche parola più gentile:
- Tutti vogliono fare gli scrittori, e anche se nei siti delle maggiori case di produzione c’è sempre scritto che non si accettano sceneggiature non richieste, sai quanto spendo per spedire indietro le sceneggiature che mi mandano senza aprirle?

Mi dice che riceve circa 1.000 sceneggiature alla settimana (io 6). Tutta gente convinta di aver scritto qualcosa che vale oro e sicuramente vincerà un Oscar.

La maggior parte degli scrittori (o aspiranti tali) si chiude nella sua stanza pensando che la cosa più difficile sia scrivere una bella storia.
Invece la cosa più difficile è far uscire la storia da quella stanza.

Continuerebbero a scrivere sapendo che le loro possibilità reali sono quasi nulle?

TRUCCHI PER RINTRACCIARE UN ATTORE

A differenza dei loro agenti, molti personaggi dello spettacolo sono brave persone.

Credo che questo sia perché nella loro vita hanno sofferto, si sono sentiti frustrati, sono stati poveri e a un passo dal rinunciare, e hanno vissuto sulla propria pelle cosa vuole dire ricevere un inaspettato Sì che ti cambia la vita, o almeno che ti dà abbastanza ottimismo da non mollare.

Ecco perché in generale gli attori sono disponibili, e spesso accettano di lavorare gratis a un piccolo progetto, se a loro piace. Il punto è arrivare a loro senza passare dall’agente.

La prima cosa è fare una ricerca su internet, poi una strada è fare la lista dei nostri amici, che hanno amici, che hanno amici che potrebbero conoscere la persona che vogliamo incontrare. Un’altra è fare esattamente la cosa opposta.
Tempo fa, per un progetto per cui ero interessato a Raoul Bova, ho scoperto che era originario di un paesino in Calabria, ho preso l’elenco di quel paese e chiamato tutti quelli col suo cognome o quello di sua madre.
Sono riuscito a parlare con sua zia.

Ultimamente ho incontrato un grosso produttore che conosco, il quale mi ha detto che è dovuto andare all’INPS per un appuntamento e non poteva mandarci nessun altro.
La cosa mi ha fatto sorridere, perché io gli avevo dato la caccia 2 mesi prima di incontrarci la prima volta.

Quindi, per quelli di voi che cercano la collaborazione di un certo attore senza passare dal suo agente, un buon consiglio potrebbe essere farsi amico un impiegato dell’INPS :-)

10 marzo 2010

TAR, BERLUSCONI E CHE GUEVARA


Il TAR si pronuncia a sfavore di Berlusconi sulle liste del PDL in Lazio.


La giudice, che ha una foto del Che nel suo studio, ha dichiarato: "Che Guevara non mi ha influenzata nella mia decisione".


Sarà, ma ne parla come se fosse Gesù.

09 marzo 2010

COME RICONOSCERE UN FALSO

Notizia di oggi al telegiornale: corsi per forze dell'ordine nelle più importanti case di moda per riconoscere i falsi.
I vigili di Genova hanno imparato a riconoscere le cuciture che differenziano le borse originali da quelle tarocche e i bottoni con il marchio originale dalle relative copie coi bottoni lisci.

D'ora in poi quando fermeranno per strada un ambulante che vende una Gucci a 10 € avranno l'addestramento necessario per riconoscere se è un prodotto autentico o un falso.

09 febbraio 2010

AVATAR E I MESSAGGI SUBLIMINALI

Se doveste attribuire un colore a un film di che colore sarebbe Avatar?
Anche se non ci siamo messi d'accordo, anche se molti non l'hanno visto, tutti o quasi risponderemo che è blu.

Il motivo è che la campagna pubblicitaria è stata caratterizzata da questo colore: i personaggi nellle foto di scena e nelle locandine sono blu, blu sono quelli nel trailer (non vediamo Sygourney Weaver in forma umana, anche se sarebbe un nome di richiamo per il film), e in generale le scene hanno un'atmosfera blu.

Non saremmo tutti così d'accordo se vi chiedessi di che colore è 007: qualcuno mi direbbe nero, come lo schermo bucato all'inizio di ogni film o il suo smoking, qualcuno risponderebbe rosso, come il sangue che cola su quello schermo, qualcuno bianco, altri ancora lo assocerebbero ai colori della bandiera inglese e così via.
Stessa cosa per i film western, qualcuno direbbe marroni, come il colore prevalente del terreno, qualcuno neri come il cappello e il cavallo dei cattivi.

Ma nel caso di Avatar il blu non è semplicemente un colore: è usato come forma di comunicazione, per cui per un breve periodo della nostra vita (quando il film è al cinema) senza rendercene conto il nostro cervello associa una certa gamma di blu a questo film. Ogni volta che nella giornata vediamo un certo tipo di blu nel nostro cervello avviene un'associazione di idee inconscia che a livello subliminale ci rende familiare il film, e quando vediamo la pubblicità reale siamo più inclini ad andare a guardarlo.

Il 5% dei miei amici di Facebook ha cambiato la propria foto del profilo con un motivo di Avatar. Non parlo di fanatici del cinema, di gente che lo fa per ogni bel film che esce: persone che non si conoscono hanno deciso più o meno simultaneamente, solo per questo film e nessun altro, che una foto di locandina li rappresentava su Facebook, e chiedendone loro il motivo non hanno saputo darmi una motivazione convincente. Poi, altrettanto più o meno simultaneamente, hanno sostituito la foto con una tradizionale.

Immagino che pensandoci, anche la maggior parte di voi ha avuto la stessa esperienza: è un caso o c'è qualcosa di più?

Segnalo questo video del famoso performer inglese Derren Brown. Si tratta di un professionista che usa ipnosi, persuasione, tecniche di leadership e trucchi da prestigiatore per fare esperimenti sulla mente, e sono tutti molto avvincenti.

In particolare qui invita 2 professionisti a ideare una pubblicità in una località segreta, e suggerisce loro di guardarsi intorno durante il viaggio in macchina per prendere spunti.

Arrivati in studio svela che il prodotto che devono promuovere è una catena di negozi di animali impagliati, e fa vedere loro un orso; mette da parte una busta con una sua predizione e lascia loro mezz'ora per svolgere il compito.

Allo scadere del tempo gli mostrano gli schizzi. Lui apre la busta con la sua predizione e mostra lo stesso orso-angelo con un'arpa, solo con piccole differenze: dove loro hanno fatto 2 schizzi, uno con l'animale e uno con un cancello del Paradiso, Derren ha messo il cancello nello stesso disegno in secondo piano, e dove loro hanno scritto sotto 2 ali Il Paradiso degli Animali lui ha scritto, sempre sotto le stesse 2 ali, Il Paradiso delle Creature.

Il trucco sta nel fatto che durante il loro viaggio in macchina sono stati bombardati da messaggi subliminali: sono passati davanti al cancello di ingresso di uno zoo, cartelli sui muri che sono diventate le ali che racchiudono lo slogan, un negozio di arpe e così via.

I 2 sono sbalorditi, e lui conclude dicendo che questa è la dimostrazione che anche loro, come tutti, sono suggestionabili dalla persuasione subliminale.